Oggi la
vita è frenetica, tutti vanno di fretta, anche nella comunicazione. L’Italia è
il Paese con il maggior numero di telefonini: il telefonino rappresenta uno
status symbol.
Gli sms
sono sicuramente un modo di comunicare veloce; per i giovani (e non solo) il
linguaggio degli sms oltre ad essere sgrammaticato, cioè senza regole di
grammatica, non prevede altre regole se non la velocità nello scrivere. Sono
evitate tutte le maiuscole e la punteggiatura ed inoltre la cosa più importante
è che il messaggio arrivi il più velocemente possibile.
I punti
interrogativi, gli apostrofi, gli accenti, di solito, non sono usati. Il linguaggio
degli sms ha come regola principale quella di abbreviare; per esempio, il“ch” è
sostituito dal più veloce e pratico “k”.
Si aggiungono
inoltre elementi extra-verbali, come emoticon o smiley, composizioni grafiche e
puntini di sospensione che hanno il compito di aggiungere un "riflesso
emotivo" al testo e tentano di riprodurre nella parola scritta il tenore emotivo
del messaggio, non riproducibile nella normale scrittura.
Se da una
parte, quindi, il telefonino facilita la comunicazione tra le persone è anche
vero che, ad esempio, i ragazzi sotto i 20 anni utilizzano il cellulare quasi
esclusivamente per inviare sms.
Il rischio
è quindi che le nuove generazioni non sviluppino una familiarità con le
comunicazioni verbali, sia per motivi di linguaggio (impoverimento della
lingua), sia per motivi di timidezza (attraverso un sms si trova il coraggio di
confidare cose che non si ha il coraggio di dire a voce); a questo proposito
sono molti i giovani che hanno confessato di affidarsi agli sms per stabilire i
primi approcci con l'altro sesso.
Il
linguaggio dei giovani non è dunque più solo parlato, com'era in passato, ma,
con le nuove forme di comunicazione si è evoluto per diventare anche lingua
scritta. L'abuso dei messaggi limita l'arricchimento del linguaggio e crea
difficoltà di comprensione. E’ con l’evolversi della tecnologia che le parole
del mondo dei computer entrano prepotentemente nel lessico. E’ stato Benedetto
XVI, nella 45ª Giornata mondiale per le Comunicazioni sociali, a sottolineare
come le tecnologie non stanno solo modificando il modo di comunicare, ma la
stessa comunicazione.
Rossella Turco, Jessica Sanfilippo, Rosamaria
Mulone
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