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martedì 12 marzo 2013

Gli sms: mutamento decisivo del linguaggio



Oggi la vita è frenetica, tutti vanno di fretta, anche nella comunicazione. L’Italia è il Paese con il maggior numero di telefonini: il telefonino rappresenta uno status symbol.
Gli sms sono sicuramente un modo di comunicare veloce; per i giovani (e non solo) il linguaggio degli sms oltre ad essere sgrammaticato, cioè senza regole di grammatica, non prevede altre regole se non la velocità nello scrivere. Sono evitate tutte le maiuscole e la punteggiatura ed inoltre la cosa più importante è che il messaggio arrivi il più velocemente possibile.
I punti interrogativi, gli apostrofi, gli accenti, di solito, non sono usati. Il linguaggio degli sms ha come regola principale quella di abbreviare; per esempio, il“ch” è sostituito dal più veloce e pratico “k”.
Si aggiungono inoltre elementi extra-verbali, come emoticon o smiley, composizioni grafiche e puntini di sospensione che hanno il compito di aggiungere un "riflesso emotivo" al testo e tentano di riprodurre nella parola scritta il tenore emotivo del messaggio, non riproducibile nella normale scrittura.
Se da una parte, quindi, il telefonino facilita la comunicazione tra le persone è anche vero che, ad esempio, i ragazzi sotto i 20 anni utilizzano il cellulare quasi esclusivamente per inviare sms.
Il rischio è quindi che le nuove generazioni non sviluppino una familiarità con le comunicazioni verbali, sia per motivi di linguaggio (impoverimento della lingua), sia per motivi di timidezza (attraverso un sms si trova il coraggio di confidare cose che non si ha il coraggio di dire a voce); a questo proposito sono molti i giovani che hanno confessato di affidarsi agli sms per stabilire i primi approcci con l'altro sesso.
Il linguaggio dei giovani non è dunque più solo parlato, com'era in passato, ma, con le nuove forme di comunicazione si è evoluto per diventare anche lingua scritta. L'abuso dei messaggi limita l'arricchimento del linguaggio e crea difficoltà di comprensione. E’ con l’evolversi della tecnologia che le parole del mondo dei computer entrano prepotentemente nel lessico. E’ stato Benedetto XVI, nella 45ª Giornata mondiale per le Comunicazioni sociali, a sottolineare come le tecnologie non stanno solo modificando il modo di comunicare, ma la stessa comunicazione.

Rossella Turco, Jessica Sanfilippo, Rosamaria Mulone


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