Uno scambio culturale tra studenti
"avvicina" le sponde che dividono la Sicilia dalla Tunisia
Spesso ci chiediamo come la semplice distanza possa
creare molte differenze nel mondo. Ho avuto l'opportunità di approfondire tale
questione durante uno scambio culturale tra studenti tunisini, di cui faccio
parte, e studenti siciliani grazie al progetto "MédArtEdu Italia-Tunisia"
imperniato su una preziosa risorsa che ci lega: l'acqua.
Dopo tutto, quali differenze potrebbe creare il mar
Mediterraneo? Assieme ai nostri ospiti siciliani abbiamo visitato i luoghi più
emblematici della Tunisia che noi conosciamo e, con piacere, abbiamo fatto
in modo che li conoscessero anche loro. Ci siamo divertiti
moltissimo insieme, abbiamo apprezzato molto questa esperienza grazie alla
quale abbiamo incrementato i legami con gli studenti dell'altra riva del
Mediterraneo. Al loro arrivo, le differenze erano molto evidenti. Non solo
l'aspetto fisico, naturalmente, o il modo di vestire che non è poi molto
differente dal nostro; ma ci ha colpito, soprattutto, il rapporto con i loro
docenti. Per noi è quasi inimmaginabile avere delle maniere spontanee con i
nostri insegnanti, come invece fanno loro.
I canti tradizionali dei due Paesi - lungo il percorso
in autobus verso Sidi Bou Said, Carthage, Bulla Regia, Ain Draham o alla diga
di Ben Mtir - ci hanno permesso di socializzare. Ci siamo rivolti, a vicenda,
molte domande; alcune di queste mi hanno fatto sorridere, come quando si
discuteva del progetto che accomuna le nostre scuole, o quando un ragazzo mi ha
chiesto come mai io e una studentessa tunisina con il velo, pur appartenendo
alla stess nazione e professando la stessa religione, vestivamo in maniera
differente. Abbiamo anche parlato delle nostre religioni, che sono differenti.
E' stato molto interessante osservare il punto di vista di ognuno.
Durante le nostre conversazioni abbiamo anche
affrontato il tema della diversità delle nostre lingue. Gli studenti siciliani sono rimasti impressionanti dal
numero di lingue che ognuno di noi parlava, e si sono lamentati di non parlare
altre lingue oltre all'italiano. Io invece sono rimasta impressionata e nel
contempo affascinata dai loro studi classici, il latino e il greco, che
permette non solo di arricchire il loro bagaglio culturale ma anche di
conservare le tradizioni linguistiche, mentre il nostro plurilinguismo ci ha
portato allo svilimento della nostra lingua madre.
Ho appreso, da questa esperienza, che la distanza crea
indubbiamente molte differenze; ma grazie alle osservazioni dei nostri amici
siciliani, mi sono resa anche conto che le differenze sussistono ugualmente in
uno stesso territorio, senza che intervenga la distanza a farle sorgere.
Rania Jardak III° anno Scuola
internazionale di Tunisi
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